Costruire è importante per lo sviluppo e la crescita economica di un Paese o, in scala più ridotta, di una comunità; tuttavia, anche gli interventi manutentivi e di recupero sono importanti, anche in fase di ristrutturazione.
Ecco allora una breve guida su tutto ciò che c’è da sapere riguardo il ripristino del cemento armato.
Il ripristino del cemento armato step by step
Il ripristino del cemento armato si articola attraverso alcuni passaggi specifici:
- La preparazione del supporto
- La protezione dei ferri di armatura
- Il ripristino del calcestruzzo in termini volumetrici
- Finiture e rasatura finale
Esaminiamoli uno per uno.
Il ripristino del calcestruzzo: la preparazione del supporto
Il primo passaggio del ripristino del calcestruzzo consiste nella preparazione del supporto: si tratta di una fase cruciale, perché anche il prodotto migliore può perdere adesività in tempi anche piuttosto brevi se il supporto di base è inadeguato.
La preparazione del supporto prevede innanzitutto la pulizia della superficie, con la rimozione del materiale alterato oppure distaccatosi.
Si tratta di un’operazione delicata, che deve essere eseguita da professionisti qualificati, dal momento che per effettuarla si utilizza un martello scalpellatore elettropneumatico leggero.
Un compito che richiede la massima cura, perché le vibrazioni potrebbero arrecare danni alla struttura, staccando la parte cementizia dell’armatura.
Se la situazione lo richiede, si possono utilizzare anche altri strumenti, più invasivi, come sabbiatrici, idrodemolitrori, idrosabbiatrici.
Come si fa a capire se il materiale è “sano”?
Semplice: la potenza del getto diminuirà proporzionalmente alla compattezza riscontrata sulla superficie.
In alternativa, un altro strumento che si può utilizzare per la pulizia del supporto è il martello elettropneumatico; in seguito, si effettua una pulizia manuale attraverso una spazzola metallica.
Questo primo passaggio del ripristino del cemento armato prevede anche la pulizia delle armature, che deve essere anch’essa particolarmente accurata.
Ci sono tuttavia delle situazioni estreme, in cui la corrosione arriva a interessare fino al 40% del diametro dei ferri: in questo caso, è necessario integrarla con ferri nuovi, accompagnati da reti elettrosaldate.
Il ripristino del cemento armato: la protezione dei ferri di armatura
Una volta completate le operazioni di pulizia, i ferri possono essere trattati con malta passivante, un prodotto anticorrosivo che funge anche da antigrappaggio per i trattamenti da svolgere successivamente.
È importante che lo strato di malta passivante – un materiale composto da un mix di resine bi componenti, cemento e additivi – sia molto sottile.
La miscelazione del prodotto avviene direttamente in cantiere, in modo da assicurarsi di avere una malta di consistenza fluida e omogenea in tutti gli aspetti, incluso quello cromatico.
Anche l’applicazione sui ferri deve essere uniforme: per questo bisogna stenderla a pennello su tutti gli elementi metallici.
È fondamentale applicare la malta subito dopo le operazioni di pulizia, in due mani una successiva all’altra.
Il ripristino del cemento armato: il recupero volumetrico
Eccoci arrivati alla fase clou del ripristino del cemento armato ovvero il recupero vero e proprio in termini di volumetria.
Occorre però distinguere tra:
- Recupero strutturale
- Recupero corticale
in modo da poter utilizzare il prodotto più idoneo.
In generale, comunque, i prodotti impiegati in questo passaggio del ripristino del cemento armato sono premiscelati a base di cemento, inerti con una determinata curva granulometrica e additivi.
Anche in questo caso, la miscela viene preparata in cantiere, così da avere a disposizione la quantità necessaria per l’intervento da effettuare.
Bastano pochi minuti per ottenere un composto plastico, che si può lavorare con facilità.
Uno dei prodotti più utilizzati è la malta tixotropica fibrorinforzata, ideale per il ripristino del cemento armato dal punto di vista prettamente strutturale.
Questo tipo di malta si distingue per l’eccellente adesività, l’impermeabilità e l’elevata resistenza.
Anche il processo di presa, indurimento e ritiro è stato accuratamente studiato nella fase di formulazione del materiale, risultando facilmente controllabile.
La malta tixotropica fibrorinforzata si trova in commercio sia nella versione a presa normale che a presa rapida e si applica tramite una cazzuola sulla superficie bagnata.
Se l’obiettivo è avere una volumetria importante, possono essere applicate più mani di prodotto.
Non abbiamo però finito di elencare le caratteristiche di questo tipo di malta.
Nonostante sul mercato si trovino prodotti differenti, infatti, tutti sono accomunati dalla tissotropia, che consente di effettuare ripristini non solo di elevato spessore, ma anche in verticale senza correre il rischio di colature.
Ci sono poi malte tixotropiche colabili, che servono, per esempio, per i recuperi di colonne e pilastri: estremamente fluide, sono anche leggermente espansive, in modo da colmare le eventuali asperità presenti sulla superficie, agevolando l’aggancio dei ferri.
Il ripristino del cemento armato: finiture e rasatura
Ed eccoci arrivati all’ultimo step del ripristino del cemento armato e cioè le operazioni di finitura e rasatura, che servono a proteggere il manufatto dall’azione erosiva degli agenti esterni.
Le malte utilizzate per la finitura sono realizzate con cemento e polimeri sintetici e vengono stese con un frattazzo di acciaio, dimostrando un’ottima adesività.
In fase di rasatura è poi possibile applicare un’ulteriore protezione con prodotti a base di composti pigmentati, in cui sono presenti resine che resistono all’azione alcalina del calcestruzzo.