Ci siamo già occupati in passato di bioedilizia, ma essendo un settore in continua evoluzione le novità si susseguono una dopo l’altra.
Scopriamo allora quali sono, per la bioedilizia, le sfide per il futuro più interessanti.
Bioedilizia, le sfide per il futuro: i consumi energetici dell’edilizia
Il surriscaldamento globale, unitamente all’inquinamento dell’aria, dell’acqua e del suolo, è un problema che riguarda tutti.
Per questo è necessario che non solo i privati cittadini ma anche le aziende e le realtà industriali facciano la loro parte per limitare le emissioni di CO2 responsabili dell’effetto serra e, di conseguenza, dell’aumento delle temperature a livello globale.
Un discorso che vale anche per il settore dell’edilizia, responsabile del 40% dei consumi energetici in tutto il mondo.
Di fronte a questi dati, va da sé che le realtà che operano nell’edilizia debbano trovare soluzioni più sostenibili e meno inquinanti.
Soluzioni che oggi esistono e sono sempre più innovative.
E ora entriamo più nel vivo del tema bioedilizia, le sfide per il futuro, e scopriamo quali sono le principali novità nel settore per il 2023.
Bioedilizia, le sfide per il futuro: rifiuti organici trasformati in isolanti naturali
Per quanto riguarda la bioedilizia, le sfide per il futuro includono anche la ricerca di nuovi materiali isolanti.
Uno delle soluzioni più all’avanguardia in proposito consiste nell’utilizzo di materie prime rinnovabili, ottenute dalla biomassa derivante dai rifiuti organici, per realizzare un innovativo isolante completo di goffratura e tagli rompi tratta in polistirene espanso.
In sostanza, l’isolante viene prodotto a partire dai rifiuti organici, riducendo così al minimo l’impiego di materie prime di origine naturale e assicurando al contempo elevate prestazioni a un’ampia fascia di utenti.
Bioedilizia, le sfide per il futuro: dalla filiera agroalimentare gli ingredienti per l’intonaco green
Bioedilizia: le sfide per il futuro nel settore passano soprattutto dal recupero e dal riciclo.
Anche dei materiali della filiera agroalimentare, come i gusci d’uovo, che uniti a calce naturale, ceneri di riso e cacciopesto permette di creare un intonaco eccezionale, assolutamente naturale e sostenibile e, soprattutto, in grado di assicurare un’ottima traspirabilità, a fronte di una significativa riduzione dei fenomeni di condensa.
Bioedilizia, le sfide per il futuro: arredamento chic con gli scarti del fast fashion
Il fast fashion, pur permettendo anche alle persone con ridotti mezzi economici di acquistare vestiti nuovi e alla moda, rappresenta uno dei settori più inquinanti al mondo, senza contare la questione dello sfruttamento dei lavoratori, che nei Paesi in via di sviluppo – dove viene prodotta la stragrande maggioranza di questi capi – vengono spesso costretti a lavorare molte ore al giorno a fronte di una paga misera.
La buona notizia è che, se da un lato il settore del second hand sta conoscendo una rapida crescita, anche quando si tratta di griffe importanti, dall’altro i vestiti usati possono essere riciclati anche per creare innovativi pezzi di arredamento.
Un’ulteriore testimonianza del fatto che, nella bioedilizia, le sfide per il futuro prevedono il coinvolgimento anche di altri settori, impegnandosi in un lavoro sinergico a tutto vantaggio della sostenibilità.
Bioedilizia, le sfide per il futuro: gli esempi italiani
Abbiamo visto quelle che sono in bioedilizia, le sfide per il futuro che ci aspettano.
Oggi, però, anche in Italia sono numerosi gli esempi di bioedilizia, anche già realizzati sul territorio.
Uno è il Bosco Verticale di Milano: due palazzi, in zona Porta Nuova, di 76 e 110 metri di altezza, sulle cui facciate trovano ospitalità 711 alberi, 5.000 arbusti e 15.000 piante perenni.
Il risultato è una superficie verde che equivale a ben due ettari di bosco e che assorbe polveri sottili e inquinamento, con l’obiettivo di rendere le città più vivibili e sostenibili.
Un altro bell’esempio di bioedilizia è l’asilo nido “La Balena” di Guastalla, in provincia di Reggio Emilia, costruito a seguito del terremoto che colpì la regione nel 2012 con materiali naturali o riciclati.