Pensati per resistere alle intemperie ed al sole, i mobili ed i complementi per vivere all’aperto oggi sono così belli che possono essere usati anche negli spazi interni.
Arredi passepartout: dal legno alle fibre naturali, dalla plastica al metallo ed a tessuti hi tech
Le sfumature delle varie essenze rendono ogni mobile un pezzo unico e speciale: persino i segni del tempo possono trasformarsi in un tratto distintivo.
Se si decide di puntare sul legno, non si deve temere di abbinare mobili di specie diverse. Basterà tenere come filo conduttore lo stile oppure il tipo di lavorazione. Le imbottiture fanno la differenza: se il rivestimento è in un’intensa tonalità verde, si sintonizzerà perfettamente con il contesto di piante e fiori. Se si preferiscono toni naturali o i grigi, via libera ai cuscini dal sapore etnico per aggiungere carattere alla zona conversazione. Una lampada da esterni completerà l’insieme.
Pro e contro degli arredi in legno
Legni duri o mediamente duri come teak, iroko, robinia, acacia, eucalipto, sono da preferire perché assorbono naturalmente meno acqua. Meglio però se trattati con prodotti saturatori o con un olio (agiscono riempiendo pori e fibre). Qualunque sia l’essenza, dovrebbe essere certificata FSC (proviene da una filiera di approvvigionamento responsabile).
L’aspetto peculiare di ogni singolo pezzo e la versatilità delle lavorazioni e delle finiture sono imbattibili.
Gli arredi in legno richiedono una manutenzione costante: una volta all’anno vanno passati con olio ed in inverno ritirati in un luogo riparato. Proteggerli con teli in tnt non sempre si rivela efficace, specialmente per periodi lunghi, perché potrebbero formarsi muffe e condense.
Il tavolo in legno è quasi un classico per qualsiasi contesto: per niente scontato, anzi di grande effetto, l’abbinamento con le sedie da regista in una zona pranzo indoor.
Arredi da esterno in fibre
Da sempre usate nell’arredo outdoor, le fibre hanno avuto un boom negli anni Cinquanta. Oggi vivono un momento di revival, merito del loro spirito vacanziero, che riescono a trasferire anche in città.
Un po’ etnici, un po’ coloniali, sono mobili che connotano molto l’ambiente. Per ottenere un effetto passepartout è meglio abbinarli a tessuti chiari, preferendo alle fantasie le tinte unite. Oppure usarli come pezzi unici. Per illuminare, sì a lampade in metallo e vetro.
Bambù, giunco (da cui si ricavano rattan e midollino), kubu (il rattan grigio come viene chiamato in Indonesia) e vimini sono tra le fibre più diffuse per gli arredi da esterno. Si usano al naturale o colorati, ma trattati con prodotti antimuffa ed ignifughi.
Intrecci di fibre: pro e contro
Spesso gli arredi sono manufatti artigianali di tante zone del mondo, dall’Africa all’Indonesia. Quindi pezzi unici, con una storia.
Anche se originariamente concepiti per stare all’aperto, queste fibre naturali temono i raggi diretti del sole e la pioggia. Sono piuttosto delicate.
La sedia con schienale e seduta in rattan è la compagna perfetta per un tavolo in legno, da cui riprende le sfumature.
Arredi passepartout in super plastica a colori
Resine, polimeri resistentissimi, mix caricati con fibre per aumentarne le performance: materiali nuovi che abbinano egregiamente resta estetica e caratteristiche tecniche.
Se si predilige questo materiale per la scelta dei mobili occorre prestare attenzione a colori, finiture e proporzioni. Le finiture superficiali possono essere sia opache sia lucide.
Il loro peso, invece, non è mai un problema, perché indipendentemente dalle dimensioni rimangono maneggevoli. Oltre che nelle tinte accese, hanno un’ottima resa anche declinati in nuances più delicate.
Pro e contro dei materiali sintetici
Perlopiù a base di polipropilene e polietilene (talvolta caricati in fibra di vetro per irrobustirli), talvolta di policarbonato (meno resistente ai graffi), questi arredi assumono una molteplicità di aspetti, anche ad imitazione di quelli naturali, dal legno alle fibre. Inoltre sono solidi, di lunga durata, resistenti e richiedono una minima manutenzione.
Nel tempo i loro colori (soprattutto quelli più scuri) possono perdere in brillantezza ed intensità.
La sedia in plastica con infissi d’epoca e parquet con posa a spina di pesce, è perfetta per completare l’area pranzo in un ambiente classico. Dimostrazione di come la plastica possa essere una scelta dettata non solo da esigenze pratiche.
Arredi passepartout in metallo
Malleabile e flessibile, il metallo mantiene solidità e robustezza anche quando è modellato per ottenere arredi dalle silhouette sottili e poco ingombranti.
Lavorato a listelli sottili o con strutture tubolari, con finiture verniciate o al naturale, in tutte le sfumature di grigio, sono una scelta sicura, che consente poi di arricchirli con i complementi tessili.
In alternativa, colori brillanti che portano allegria e freschezza anche al mini balcone della casa in città. Lo stile? Un mix di tradizione e modernità.
Alluminio ed acciaio inox, seguiti dal ferro, sono i metalli più diffusi per gli arredi outdoor perché uniscono facilità di lavorazione e performance. A parte l’acciaio inox, di per sé robusto, devono essere accuratamente verniciati (a polveri, in particolare quelle poliuretanica e poliestere) oppure sottoposti a zincatura, fosfatazione, cataforesi (procedimenti chimici) in modo da creare un film superficiale che li protegge dagli agenti atmosferici.
Pro e contro degli arredamenti in metallo
Molto resistenti, possono essere lavorati anche in spessori e pesi ridotti, per mobili compatti adatti a piccoli spazi.
Se non adeguatamente trattati, si deteriorano facilmente.
Arredi passepartout con tessuti hi-tech
Visivamente leggeri, gli arredi in metallo rivestito consentono di realizzare anche abbinamenti inconsueti, mixando più colori vivaci. L’importante è introdurre anche un complemento che raccordi tutti gli elementi, come un tappeto (sarebbe la scelta ottimale) o qualche cuscino (sempre più di uno) in fantasia, etnica o floreale oppure a tinta unita.
I tessuti sono perlopiù costituiti da fibre acriliche tinte in massa, come dralon con trattamento teflon antimacchia e batyline, fibra di poliestere protetta da un rivestimento in pvc.
Leggeri, idrorepellenti ed anti Uv, sono anche indeformabili ed antimuffa. Le imbottiture sono di norma realizzate in poliuretano espanso, come quelle per l’indoor.
Pro e contro degli arredi in metallo rivestito
Resistono agli agenti atmosferici mantenendo i colori inalterati anche se esposti al sole e non si rovinano neanche per l’azione di muffe e microrganismi, normali conseguenze del contatto con l’acqua. Semplice anche la manutenzione: basta pulire con un sapone neutro.
L’unico svantaggio è rappresentato dal prezzo, che in certi casi può essere elevato.
Il tavolo rotondo con le poltroncine abbinate potrebbe rendere meno scontata una semplice cucina total white. Di dimensioni contenute, è adatto a piccoli spazi e le sedute personalizzano un arredo minimal.
Il Bonus verde: la spesa si detrae
Una buona notizia per chi vuole allestire il proprio spazio all’aperto, che si tratti di giardino, terrazzo o balcone: anche per il 2019 è prevista la possibilità di usufruire del cosiddetto “Bonus verde”.
Si tratta della detrazione Irpef del 36% da ripartire in dieci quote annuali di pari importo. Si calcola su un importo massimo di 5.000€ per unità immobiliare, comprensivo delle eventuali spese di progettazione e manutenzione.
Le opere interessate sono:
- Aree scoperte (giardini, terrazzi e balconi) private di edifici, pertinenze o recinzioni, impianti di irrigazione e realizzazione pozzi;
- Realizzazione di coperture a verde e di giardini pensili
Il pagamento delle spese deve avvenire attraverso strumenti che consentono la tracciabilità delle operazioni (come bonifico bancario o postale).
Ne beneficia chi possiede o detiene l’immobile oggetto degli interventi. La detrazione massima è di 1.800€ per immobile.
Il bonus verde spetta anche per le spese sostenute per interventi eseguiti sulle parti comuni esterne degli edifici condominiali, fino ad un importo massimo complessivo di 5.000€ per unità immobiliare ad uso abitativo. In questo caso, ha diritto alla detrazione il singolo condominio nel limite della quota a lui imputabile, a condizione che la stessa sia stata effettivamente versata al condominio entro i termini di presentazione della dichiarazione dei redditi.